Proseguiamo con la pubblicazione delle migliori poesie del Clepsamia 2022. Al terzo posto si è classificata la lirica Canto della mia vecchiaia di Davide Rocco Colacrai.
Canto della mia vecchiaia
Ad ogni alba e tramonto inciampo nelle mie rughe
che, come roveti indomiti di solitudine, attraversano le mani
e risalgono pelle dopo pelle
il mio corpo di scoglio senza onda
nell’intento di tracciare, tra i resti delle preghiere,
la mia storia;
ogni ruga a bruciare di un ricordo
che nel tempo si è prosciugato in un lieve prurito di lato al cuore,
ogni ricordo morbido come i fianchi
con cui da madre e moglie ho brindato alla mia donna,
e questa donna la risposta al silenzio
con cui il mondo ha legato con foglie d’edera
le sue contraddizioni a me.
Confusa nel mio respiro,
mi alzo lentamente, nel gesto di sbocciare, da questa poltrona
tremula di ricordi e di merletti
e come un fenicottero d’amore provo a truccarmi
per contare i miei ultimi giorni:
una stella caduta sulle labbra
a incorniciare l’ultimo bacio che ho perduto,
un ramo di colore sugli occhi
quasi a limitare la vista di cose che non riconosco,
cipria come se nevicasse
per ingannare dolcemente la mia tela di rughe
e i pochi capelli, penduli come lacrime,
tra forcine d’argento.
Ed è così che voglio ricordarmi di me stessa:
stretta nella mia vecchiaia
davanti al cielo asciutto
mentre mi preparo, nuda, per il mio canto di resistenza e d’addio.