LA COSCIENZA DELL’ETERNO RITORNO

Esauriti gli elaborati piazzati ai posti d’onore incominciamo oggi la pubblicazione dei saggi, poesie e racconti che hanno permesso ai loro autori di vincere una pubblicazione con VJ Edizioni. Come sempre si parte dalla sezione Saggio breve/ articolo. Secondo classificato è risultato Piero Donato con il saggio breve LA COSCIENZA DELL’ETERNO RITORNO che vi presentiamo.

LA COSCIENZA DELL’ETERNO RITORNO

Antefatto

Pace; questa è l’unica rappresentazione di assoluto che sia possibile riuscire a concepire: tutto il resto è relativo; tutto ciò che esula da una pace assoluta, con pretesa di ergersi ad assoluto, è estraneo all’Ante Litteram della Sensibilità di ogni Cosa in nuce.

In principio era la Pace, unica, univocamente neutrale, che bastava a sé stessa, in quanto permetteva la non esistenza di ogni cosa possibile; in quanto tale, non poteva esperire alcunché, poiché Ente insensibile. (Ma noi non possiamo pensarla e comprenderla in maniera infinita, quale Essa è, poiché noi esseri composti anche di materia, siamo esseri finiti: noi possiamo soltanto intuirla, non spiegarla né definirla, poiché non la conosciamo).

Quando si ruppe l’equilibrio della Pace, qualcosa iniziò a scorrere, fuggevolmente, e sorse l’essere che ne derivò: dapprima in puro fluido pensante, che però culminò nel momento in cui apprese l’esattezza suprema della Pace, e ne provò vertigine; quindi esplose in un big bang, e il tutto prese forma; e con esso, ogni stato esistenziale, materico, non materico, spirituale, metafisico e altro: ogni possibile stato esistenziale, comportava un dualismo, una duplice esistenza (il bene e il male). Dunque la neutralità della Pace andò persa, in questa forma che permette l’Esistenza, ma ne restò l’idea primigenia, quella dell’incontro tra il fluido pensante (che rappresentava l’errore, la perdita dell’equilibrio) e la Pace stessa, che rappresentava la perfezione neutrale, dove era assente ogni cosa.

L’essere che ne derivò, completandosi, durante l’esplosione prima, nell’attrazione magnetica della diversità semplice (binaria), arrivò a moltiplicarsi all’infinito, in una vorticosa, e al contempo fuggevole, espansione di energia, creando il molteplice nella sua complessità più estesa. Così nacquero l’Esistenza, l’Universo da noi conosciuti, e tutto ciò che, infinitamente grande e magnifico (la Natura delle cose), riuscisse a rappresentare, senza mai, tuttavia, raggiungerli: l’Eterno e l’Immenso.

Ciclicità Evolutiva dell’Eterno Ritorno

Tutto inizia, dunque, con la scomposizione dell’Uno, situazione creata con la vibrazione dell’Onda prima, dalla quale l’Universo ha inizio.

La scomposizione incomincia con la suddivisione dell’Uno in Due parti; da qui, si determina una suddivisione a procedere, attraverso la moltiplicazione delle possibilità esistenziali, in altrettante individuali.

Questo principio implica l’affermazione del Tempo.

Nel trascorrere, illimitato, del Tempo si raggiunsero, tuttavia, soglie impreviste di criticità; la qual cosa portò alla determinazione di estremi mai raggiunti prima: di qui, la discesa agli inferi.

Risultò, quindi, fatale che la ciclicità arrivasse ad assumere aspetti che, presto o tardi, toccassero il fondo dell’Esistenza. Da questo momento in poi, si rese necessario risalire verso la visione, originaria, dell’Uno, sempre attraverso il sistema della Ciclicità, aspetto che rende possibile l’Esistenza dell’Essere.

Quella matericamente Contingente, da parte del Tempo Presente, rappresenta la condizione più prossima alla massima discesa agli inferi (Oblio dell’Esistenza), in una contestuale situazione di convivenza con l’Esistenza dell’Essere; da qui, si presenta la necessità, allo scopo di scongiurare l’annientamento dell’Esistenza dell’Essere, di risalire verso la visione originaria del Tutto attraverso l’Uno, sempre mediante il sistema della Ciclicità; questo processo renderà possibile l’Evoluzione dell’Esistenza dell’Essere.

Sull’Esistenza della Coscienza

Se non esistesse Coscienza, non esisterebbe l’esistenza (nulla, infatti, verrebbe avvertito dalla Coscienza, che è fonte di Esistenza); ne consegue che non esisterebbe nemmeno il tempo. Infatti, può esistere l’esistenza, senza che esista la coscienza, solo nel caso in cui esista il molteplice (la quale esistenza del molteplice rende, di fatto, possibile la Coscienza almeno in una, o più, individualità, e l’assenza di Coscienza in almeno una, o più – altra/e – individualità; ciò premesso, non è detto che possa, di fatto, esistere l’assenza di coscienza: ma è solo una possibilità; d’altro canto, il fatto di aver pensato all’esistenza della possibilità dell’assenza di coscienza, dimostra l’esistenza dell’assenza di Coscienza: ovvero, l’Esistenza della Coscienza in una, o più individualità, e la contemporanea assenza della Coscienza in una o più – altra/e – individualità).

Appare chiaro come il molteplice esista, quindi, nel momento in cui esiste l’Esistenza; ma il processo che dà origine al molteplice prevede almeno la scomposizione dell’Uno. Ma nel momento in cui avviene la scomposizione dell’Uno, analogamente a questa, esiste almeno la possibilità della scomposizione delle parti in cui è già stato scomposto l’Uno; e così via: visto i dati in premessa, esiste l’Esistenza della possibilità d’innescarsi una scomposizione a catena, che possa permettere l’esistenza del molteplice; in senso ampio, la sola scomposizione dell’Uno nel due (o nel tre) implica, di fatto, la Creazione del molteplice. Premettendo, dunque, l’Esistenza del molteplice, risulta implicita l’esistenza del Tempo. Diversamente, il tempo non esisterebbe. Ecco, dunque, come si è formato il processo della Creazione (al di là della tipologia dell’Esistenza, argomento, quest’ultimo, che non è oggetto di analisi in quest’ottica che potrebbe essere, dunque, sia fisica, sia metafisica; sia, facilmente, entrambe le cose contemporaneamente, ma in circostanze spazio-temporali differenti; la qual cosa implicherebbe la possibilità dell’Esistenza di differenti modalità di percezione della Coscienza stessa).

L’Esistenza di differenti modalità di percezione della Coscienza, implica la possibilità di esser Coscienti dell’Esistenza di differenti Universi creati da processi di Scomposizione a catena dell’Uno; la qual cosa implica la separazione dell’Esistenza dell’Universo che comprenda la Creazione della Coscienza, rispetto ad altro/i Universo/i, che non comprendano, simultaneamente, la Coscienza dell’Esistenza di differenti tipologie di Universi; questa illusione (ovvero dell’impossibilità di partecipare, simultaneamente, all’Esistenza di differenti tipologie di Universi) limita la possibilità di partecipare all’Esistenza di ogni cosa sia stata creata, da parte di ogni singola individualità in cui è stata scomposta l’Esistenza dell’Uno originario (il quale Uno, è bene ricordare, sia nato da una primigenia vibrazione – o errore – sorto da una Pace Neutrale che non prevedesse alcuna Esistenza; e quindi, assenza assoluta di Coscienza). Appare, quindi, chiaro come soltanto da parte dell’Uno, e solo percependo la Coscienza dell’Uno originario in assenza della scomposizione dello stesso, sia possibile comprendere, simultaneamente, la Coscienza del Tutto esistente (che comprenda, quindi, la Coscienza di ogni Esistenza possibile del molteplice, senza, Tuttavia, avere la Simultanea Coscienza della Totalità delle Coscienze derivanti dalla scomposizione nella Totalità delle individualità – Totalità delle individualità che, di fatto, tende a Infinito).

Tanto premesso, ne conseguono due Cause:

  • 1) La Pace Neutrale da cui deriva l’Uno (e di conseguenza, anche il molteplice) non è possibile avvertirla nello stato di Coscienza, ma soltanto concepirla come Ricordo di Assenza di Coscienza, una volta che si sia tornati Coscienti dell’Esistenza della Coscienza stessa (Ritorno alla Coscienza, con memoria di uno stato di Coscienza precedente a uno stato di assenza di coscienza).
  • 2) L’Uno originario, per quanto Creatore di ogni processo dell’Esistenza Cosciente, può essere Cosciente della Totalità di ogni individualità che lo componga, soltanto in una situazione a-temporale (la qual cosa, cioè, non preveda la simultaneità della Coscienza di ogni individualità, in quanto quest’ultima è Cosciente della propria Esistenza soltanto in una condizione di molteplicità; quindi, in una condizione che preveda l’esistenza del Tempo). L’Uno, dunque, può riuscire a Essere Onnisciente e Onnipresente, soltanto in una situazione di Atemporalità.
    • Da questa Seconda Causa, ne consegue l’impossibilità, da parte dell’Uno, di partecipare, nel dettaglio, simultaneamente, alla Coscienza di ogni individualità componente il molteplice. Esser giunti a comprendere questa conseguenza della Seconda Causa, implica la Comprensione del limite dell’Uno in fatto di Onnipresenza e Onniscienza; non solo, ma la Comprensione di tale Limite ci riallaccia alla Comprensione della Prima Causa, ovvero dell’Impossibilità di poter essere effettivamente Cosciente dell’Esistenza di Una Pace Neutrale, in quanto Essa non è, di fatto, scomponibile (dunque è indivisibile, atemporale, e non avvertibile in uno stato di Coscienza; dunque, è al di fuori di ogni Esistenza possibile).

L’esser giunti alla Comprensione del Cerchio che accomuna tutte le Cause ci porta, ora, a Comprendere anche come sia impossibile partecipare, simultaneamente, alla Comprensione di ogni individualità che Componga il Tutto derivante dall’Uno originario; da qui, risulta inutile, e vano, avanzare pretese di Pace simultanea da parte di ogni individualità che componga la Totalità delle parti stesse; Ma risulta, tuttavia, possibile partecipare, da parte di ogni individualità componente il Tutto, anche se non simultaneamente, alla Pace Neutrale che è al di fuori dell’Esistenza. Quindi ne deriva che:

  • In una Esistenza di Coscienza Evoluta del Molteplice, è possibile, dunque, “a turno”, partecipare alla Pace Neutrale posta al di fuori dell’Esistenza della Coscienza, da parte di Ogni individualità componente la Totalità dell’Esistenza della tipologia del Molteplice preso in considerazione (anche simultaneamente da parte di gruppi di individualità che non costituiscano, quantitativamente, la Totalità), soltanto se ogni Individualità sia pienamente Cosciente dell’Esistenza di questa stessa tipologia di Evoluzione del Molteplice.

2 Risposte a “LA COSCIENZA DELL’ETERNO RITORNO”

  1. Sono questi tipi di scritti che non mi fanno amare la filosofia!
    Mi sono fermato, purtroppo al ‘panta rei’!
    Ma perché tante parole con la iniziale maiuscola?
    Pace e Bene!

  2. L’uso delle iniziali maiuscole, utilizzate in situazioni differenti rispetto alle consuete previste dalle comuni norme grammaticali di scrittura, mi è risultato utile, in determinate circostanze, al fine di focalizzare l’attenzione su specifiche terminologie, durante la fase di sviluppo dei vari concetti.
    Cordialità.
    Piero Donato

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