La città promessa

La Vj Edizioni è lieta di annunciare la pubblicazione del nuovo romanzo di Edoardo Ferrario, dal titolo La città promessa.

E’ un romanzo storico che racconta ciò che sui libri di storia non viene minimamente accennato. Dopo lunghi studi e ricerche, finalmente emerge l’umore vero del popolo, raccolti tra loro in bettole nascoste, l’ambivalenza dei sentimenti nei confronti degli Austriaci, le varie opinioni, una storia di Amore che rivela tutta la difficoltà di quei momenti storici, che non riguardano solo Milano ma il futuro dell’Italia intera. Una lettura che può appassionare, coinvolgere; delicata, ma vera ed incisiva. Personalmente, da Milanese ed italiana, ho conosciuto una parte di storia importante che non conoscevo.

Così commenta Emanuela Giacobbe, editor del romanzo. Che è sì romanzo storico, e di storia parla, ma racconta anche e soprattutto dei sentimenti, delle passioni, della vita; attraverso la voce, la lingua di personaggi che spaziano dal popolo milanese all’aristocrazia viennese. Azione, poesia e amore; ingiustizie, compassione e filosofia; guerra, psicologia e passione si alternano fondendosi in un unico amalgama.

La città promessa si propone di esplorare – attraverso la storia personale di Domenico, il protagonista – l’atmosfera degli anni a cavallo delle Cinque Giornate di Milano. I personaggi e i fatti del movimento politico milanese sono restituiti alla loro genuinità e spogliati dalla retorica che per due secoli ha riempito – e tuttora riempie – i libri di storia.

TRAMA. Domenico, un popolano del contado milanese, cresce diviso fra il lavoro nei campi – la realtà imposta da condizione sociale e tradizione familiare – e il sogno di diventare un poeta e di arrivare a studiare e vivere nella vicina, ma per i tempi lontanissima, città, Milano. Suo estimatore, precettore e sostenitore è l’anziano maestro del borgo medievale in cui il ragazzo è nato e cresciuto. Ancora bambino Domenico ha l’occasione di conoscere Alessandro Manzoni – di passaggio nel suo paese – il quale vede qualcosa in lui tanto da promettergli e garantirgli una sistemazione qualora si fosse deciso ad andare studiare in città.

Anni dopo, finalmente, le condizioni si realizzano e il ragazzo, ormai ventiduenne, prende coraggio e affronta la sua città promessa. In un susseguirsi di avvenimenti che lo coinvolgono in modo totale, conosce l’ambiente letterario, le turbolenze politiche, ma anche l’amore, travolgente e passionale per una principessa austriaca.

La storia personale di Domenico si intreccia con quella di Milano, lungo le vicende che sfoceranno poi nella rivolta del Marzo 1848 con la conseguente cacciata degli austriaci dalla città. Ma le esperienze del protagonista saranno davvero a trecentosessanta gradi e lo porteranno ad esplorare territori – fisici e spirituali – solo pochi anni prima totalmente inimmaginabili.

Il Domenico che ne uscirà alla fine sarà un uomo totalmente diverso, o meglio avrà compiuto la maturazione da quell’acerbo ragazzo, ricco di talento, ma anche impulsivo e rozzo che era, all’adulto consapevole e pronto a raccogliere l’eredità che la vita gli aveva proposto.

3 Risposte a “La città promessa”

  1. Se volete arricchire o rispolverare le vostre conoscenze in materia di storia della Rivoluzione italiana, meglio conosciuta come Risorgimento per la conquista dell’unità d’Italia senza incorrere in un pesante elenco di nomi, date e armamenti, leggete “La città promessa” di Edoardo Ferrario.
    Diversamente dai libri di storia, i fatti che accompagnarono la nascita dello Stato italiano sono descritti nel romanzo in un’appassionante dimensione quotidiana, raccontati in base agli scritti, per una volta tanto, di coloro che la vissero davvero.
    Accanto a questa chiave realistica che restituisce verità e freschezza ai fatti, si articola la vicenda personale dei protagonisti, che se pur dai toni fantastici, rende perfettamente l’idea dell’entusiasmo di una generazione che, in nome dei propri ideali, seppe mettere in gioco la sua stessa esistenza.
    Dunque un autentico romanzo storico che l’autore definisce “romanzo(niano)”, con un chiaro riferimento al capolavoro del Manzoni con cui Ferrario, simpaticamente, si confronta in conclusione.
    Daniela Carletti

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